Liegi-Bastogne-Liegi 2019, Vincenzo Nibali presente: “Ero lì a giocarmi le mie carte, ma quando ha accelerato Fuglsang c’è stato poco da fare”

Vincenzo Nibali autore di una buona Liegi – Bastogne – Liegi 2019. Al siciliano è mancato qualcosa nel momento decisivo, ma non il cuore e la grinta che lo hanno visto continuare a lottare sino al traguardo, se non più per la vittoria per un podio ancora alla sua portata. Il siciliano non è riuscito a seguire quando Jakob Fuglsang (Astana) ha accelerato sulla Roche-aux-Faucons portandosi dietro Mike Woods (EF Education First) e Davide Formolo (Bora-hansgrohe), dimostrandosi poi tra i più attivi nell’inseguimento successivo, che tuttavia ha visto riprendere il solo canadese. Dopo un buon Tour of the Alps, un’altra prestazione importante dunque per lo Squalo dello Stretto che conferma la crescita di condizione in vista del Giro d’Italia.

Il siciliano appare sereno dopo il traguardo, rispondendo alle domande dei giornalisti subito dopo l’arrivo dal pullman della squadra. “Nel finale era importante prendere davanti la Roche-aux-Faucons e io c’ero. Ero con Fugslsang e Alaphilippe nelle prime posizioni, ma quando ha accelerato Fuglsang c’è stato poco da fare. Con Alaphilippe ci siamo dovuti sedere e ho dovuto respirare. Poi ho recuperato nella seconda fase, ma quei 25-30 secondi erano già tanti e non c’era più spazio per recuperare”.

Nell’analisi del messinese non manca la considerazione sul lungo chilometraggio e su una corsa resa ancora più dura dal ritmo e dagli agenti atmosferici. Con il nuovo percorso la “corsa si è infatti accesa prima”, con una “serie di tre salite molto impegnative” in cui è stato un grande “forcing da parte della Deceuninck – QuickStep” che ha tagliato le gambe e le ambizioni di alcuni. Per quanto lo riguardava non mancavano chiaramente gli interrogativi arrivando da una corsa a tappe in cui i chilometri accumulati erano molti meno. “Era difficile sapere cosa avrei potuto fare qui – conclude – All’alps ho mostrato una buona condizione, ma le tappe erano corte. Qui è un’altra cosa, con il freddo, la pioggia e 256 chilometri, che son quelli che mi son mancati nel finale. Comunque, ero lì presente a giocarmi le mie carte“.

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